La psicodiagnosi è un percorso di conoscenza che coinvolge diversi livelli e aspetti della persona, finalizzato non solo a rilevare sintomatologie disfunzionali ma anche le caratteristiche specifiche di personalità (il livello e la tipologia delle competenze cognitive, emotive e relazionali, i prevalenti stili di funzionamento) e le risorse su cui l’individuo può contare, che possono essere ulteriormente stimolate attraverso interventi mirati.

La psicodiagnosi viene condotta avvalendosi dei dati emergenti dai colloqui clinici e da quelli derivanti dalla somministrazione di una batteria di test (scelta volta per volta in funzione degli obiettivi e del contesto clinico o forense), che spazia da:

1. test di personalità (cosiddetti reattivi proiettivi, come i test grafici, test di Rorschach oppure i test tematici, come il TAT e il CAT)
2. test di livello, che indagano il funzionamento cognitivo (WAIS IV per adulti e WISC IV per bambini e adolescenti)
3. questionari di personalità (MMPI-II, A, RF).

Nel contesto forense, la valutazione psicodiagnositica è mirata a rispondere a specifici quesiti, posti dal giudice nel caso di un incarico da Consulente Tecnico d’Ufficio o dall’avvocato, in qualità di Consulente Tecnico di Parte.

Tali quesiti possono riferirsi a situazioni afferenti all’ambito civile (separazioni, affidamenti, danno psichico ed esistenziale in caso di lutto, mobbing, stalking, incidenti stradali ecc.) o penale (capacità di intendere e volere, capacità testimoniale ecc.).

Destinatari: avvocati e loro clienti.

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